NEWS

Sentenza n.17235 della Cassazione – linea dura della Cassazione sul commercialista che agevola l’autoriciclaggio

Linea dura della Cassazione sul commercialista che agevola l’autoriciclaggio. Deve essere infatti sanzionato non tanto a titolo di concorso, ma a titolo autonomo e per il reato di riciclaggio. Lo chiarisce la Corte di cassazione, intervenendo per la prima volta sul punto, con la sentenza n. 17235 della Seconda sezione penale. Viene così confermata la condanna inflitta dalla Corte d’appello di Napoli a Stefania Tucci, ex moglie di Gianni De Michelis che, secondo l’accusa, aveva contribuito a realizzare una serie di operazioni commerciali, finanziarie e societarie, attraverso le quali erano state fatte rientrare in Italia somme considerevoli e di provenienza illecita che Luigi Bisignani deteneva all’estero.

La difesa aveva sostenuto che i fatti contestati e accertati dovevano essere riqualificati come concorso nel reato di autoriciclaggio (con la conseguente applicabilità di un regime sanzionatorio più morbido rispetto al riciclaggio come titolo autonomo); inoltre, secondo la difesa, andava dichiarata l’insussistenza del concorso al reato di autoriciclaggio dal momento che le somme di denaro non erano state impiegate in attività economiche o finanziarie oppure la non punibilità perché le somme sarebbero state utilizzate solo per godimento personale, o, infine, l’estinzione del reato per prescrizione.

Per la Cassazione, però, non è possibile il concorso nel reato di autoriciclaggio, visto che l’autoriciclaggio punisce unicamente le condotte di chi ha commesso il reato presupposto. Secondo la Cassazione, pertanto, il professionista ha posto in essere una condotta di riciclaggio agendo in concorso con chi è chiamato direttamente a rispondere di autoriciclaggio.

Fonte: Sole 24 Ore del 19/04/2018, Giovanni Negri