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D.Lgs. 21/2018 e D.Lgs. 231/2001 – La riserva di codice spinge all’angolo la responsabilità 231
L’entrata in vigore, lo scorso 6 aprile, del Dlgs 21/2018 sulla cosiddetta “riserva di codice” apre un problema di coordinamento con le norme sulla responsabilità degli enti ex D.Lgs 231/2001. La riserva di codice trasporta nel codice penale diverse fattispecie già previste nella legislazione complementare; lo spostamento però, pur non mutando il contenuto delle incriminazioni, da ritenersi pertanto in rapporto di piena continuità normativa, rischia di produrre effetti indesiderati in tema di responsabilità amministrativa degli enti. In particolare, potrebbe non risultare più applicabile con riguardo ai delitti presupposto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa in quanto collocati ora, rispettivamente, tra i delitti ambientali e contro l’uguaglianza previsti nel Codice penale (rispettivamente articoli 452-quaterdecies e 604-bis del Codice penale) senza un necessario coordinamento con i richiami agli abrogati articoli 260 D.Lgs. 152/2006 e 3, comma 3-bis della legge 65/1975, tuttora effettuati dagli articoli 25-undecies, comma 2, lettera f) e comma 8 e 25-terdecies comma 1 D.Lgs. 231/2001.
In sintesi, non sarebbe possibile interpretare tali riferimenti come rinvii mobili ad altra disposizione normativa, in quanto ciò contrasterebbe palesemente con il principio di legalità di cui all’art. 2 del D.Lgs. 231/2001.
In un caso simile, la Corte di Cassazione (sentenza n. 34476/2011) era già intervenuta dichiarando inapplicabile, per i medesimi motivi, la responsabilità degli enti alla fattispecie di falsità nelle relazioni della società di revisione di cui all’abrogato art. 2624 del Codice civile che, a seguito degli interventi legislativi della legge 262/2005 e al D.Lgs. 39/2010, era stato dapprima collocato nell’articolo 174-bis del Tuf e poi confluito nell’art. 25-ter D.Lgs. 231/2001.
Fonte: Sole 24 Ore del 09/05/2018, Daniele Piva